Il lavoro nel Giappone moderno (terza parte)
La dissoluzione degli Zaibatsu avvenne nell’immediato dopoguerra, quando gli US riscrissero la costituzione giapponese, a causa della natura antidemocratica di questi monopoli che concentravano nelle mani di poche grandissime aziende, ed in ultima istanza famiglie, un potere eccessivo.
Il sistema industriale giapponese si organizzò quindi all’interno della nuova legislazione con una organizzazione simile alla precedente, ma maggiormente democratica ovvero con meno verticismo e più rapporti incrociati.
Tale nuova forma organizzativa prende il nome di Keiretsu (系列) e con questo si termine si intende un conglomerato di aziende operanti in settori diversi (la classica triologia finanzia, commercio ed industria) che cooperano al fine di perseguire un obiettivo comune in funzione di vincoli reciproci che sono, in prima istanza, etici oltre che legali ed economici (partecipazioni incrociate).
Quest’ultima questione è cruciale per comprendere la filosofia che sottende la struttura del mondo del lavoro in Giappone: l’aspetto etico del rapporto lavorativo, che in un Occidente intriso di materialismo ed in certi casi di vero e proprio cinismo è ormai andato perduto, in Giappone è ancora il substrato fondante.
Ciò è in media vero a tutti i livelli, dal salaryman al manager con un posto nel Board di un Keiretsu e uno dei valori principali dell’etica giapponese è certamente la lealtà verso il gruppo, dalla quale scaturisce il “collante” che rende il Keiretsu così solido.
Esistono due tipologie di Keiretsu: Keiretsu verticali e orizzontali.
Il Keiretsu orizzontale è noto con il nome 企業集団 (Kigyō shūdan) e tipicamente la sua struttura prevede che il livello più alto del conglomerato sia occupato anche (ma non solo) da Istituzioni Finanziarie e Commerciali e quindi tipicamente: Banche, Compagnie Assicurative a Trading Companies. Al di sotto di questo livello, si trovano diverse altre realtà produttive (singole aziende oppure Keirestu Verticali) separati per tipologie di business.
Un tipico esempio di Keiretsu orizzontale è Mitsubishi:
- a livello più alto si trovano: Bank of Tokyo - Mitsubishi, Mitsubishi Corp e Mitsubishi Heavy Industries;
- a livelli sottostanti si trovano:
-- per il business del food: Kirin Beer
-- veicoli: Mitsubishi Motors
-- precisione: Nikon
e molto altro.
Il Keiretsu verticale di produzione è quindi in generale fortemente orientato alla produzione di un determinato bene, ad elevata complessità come ad esempio un automobile.
Un tipico esempio di Keiretsu verticale di produzione è Toyota. Di seguito è possibile vedere la “galassia” di fornitori che ruotano attorno al business della produzione di questo genere di auto.
Il Keiretsu verticale di distribuzione è un concetto prettamente relativo al mercato interno giapponese: si tratta essenzialmente di un “canale di distribuzione” soggetto ad una serie di condizioni (prezzo minimo, massimo, …) stipulate direttamente con il produttore o il grossista.
Se nel primo periodo del dopoguerra, i manager giapponesi venivano formati dalla “scuola americana”, la situazione si capovolse a partire dagli anni ‘80 in conseguenza delle strabilianti performance economiche del Giappone che, in pochi decenni, era riuscito a passare da Paese sconfitto a superpotenza economica (dagli anni ‘70 il Giappone è entrato nella Top 3 dei Paesi per PIL assoluto, superato allora solo da US e Unione Sovietica, per non uscirne mai) pur senza potere contare su una grande popolazione, un territorio esteso e risorse naturali, anzi al contrario la natura del territorio giapponese è sempre stata relativamente “ostile” (terremoti e tsunami).
In Giappone, tale successo economico viene in generale riconosciuto al ruolo che è stato giocato dai Keiretsu nel secondo dopoguerra ma tale posizione ha subito recentemente una serie di critiche, soprattutto in conseguenza della stagnazione che ha colpito il Giappone dagli ‘90 ad oggi.
La posizione americana in merito ai Keiretsu è critica: vengono visti come cartelli che impediscono il funzionamento del libero mercato e rendono eccessivamente rigido un sistema che non riesce ad evolvere abbastanza velocemente da rimanere competitivo.
La risposta Giapponese riguarda la messa in luce degli aspetti positivi dei Keiretsu: una coordinazione su così larga scala ed intersettoriale (tra finanza, produzione e commercio) permette alle aziende di perseguire progetti di lungo periodo, con costi e rischi che sarebbero impossibili da sostenere per le singole aziende, non coordinati da rapporti di fiducia e meccanismi governance saldi e duraturi.
Nicola Bernini
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